Roberto Pio Ronzoni |
Una volta avviata la procedura d'accertamento, come sottolinea Italia Oggi, dovrà essere il contribuente a difendersi dalle accuse del Fisco. L'esercente dunque dovrà dimostrare che gli introiti sono minori rispetto a quanto stimato dall'Agenzia delle Entrate. Il tutto nasce da una sentenza della Corte di Cassazione che sancisce il diritto da parte dell'Agenzia delle Entrate di poter spiccare un accertamento a carico dell'imprenditore rilevandone una condotta commerciale anomala. Secondo le Entrate è illegittima la riduzione della percentuale di ricarico che viene applicata sull'anno precedente e su quello successivo.
La variazione secondo il Fisco deve essere giustificata da fattori contingenti come ad esempio un calo della domanda o lo smaltimento di merce in magazzino. E così scatta l'accertamento. Per evitare le mosse del Fisco, l'esercente o l'imprenditore dovrà presentare un prospetto analitico delle rimanenze iniziali e finali.
La variazione secondo il Fisco deve essere giustificata da fattori contingenti come ad esempio un calo della domanda o lo smaltimento di merce in magazzino. E così scatta l'accertamento. Per evitare le mosse del Fisco, l'esercente o l'imprenditore dovrà presentare un prospetto analitico delle rimanenze iniziali e finali.
Fonte: http://www.ilgiornale.it
Nessun commento:
Posta un commento