Roberto Pio Ronzoni |
Nel Pd sembra di vivere un finale di partita. Renzi è stata una grande occasione per arginare il populismo e innovare la repubblica. È persino stucchevole motivare: il trionfo alle primarie; il 40% alle europee; la speranza da lui accesa in tutta la classe dirigente democratica europea e americana.
La minoranza interna fin dall'inizio lo ha considerato un estraneo, contrastandolo con ogni mezzo. Tradendo, cosi, l'ispirazione dei comunisti italiani mai settaria.
La minoranza interna fin dall'inizio lo ha considerato un estraneo, contrastandolo con ogni mezzo. Tradendo, cosi, l'ispirazione dei comunisti italiani mai settaria.
La reazione del segretario è stata di sottovalutazione di tale contrasto e di sopravvalutazione della forza del suo consenso. Si è chiuso in una cerchia di fedelissimi; ha varato un governo non tutto in grado di reggere compiti di alta responsabilità; ha formato una segreteria nel complesso incapace di dirigere il partito, lasciato a se stesso.
Così mentre Renzi proclamava l'innovazione, nei territori il suo gruppo dirigente, in particolare l'organizzazione, riciclava alleanze con i trasformisti dell'ultima ora, ordiva strategie confuse e alla fine fallimentari, in molti casi con uno stile andreottiano, persino rivendicato.
Fonte: www.huffingtonpost.it
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